Collaborazione e co-apprendimento, online l'ultimo numero di Antropologia Pubblica
Pratiche di collaborazione e co-apprendimento come setting di trasformazione e progettazione sociale
La sessione monografica dell’ultimo numero di Antropologia Pubblica (Vol.4 No 2), a cura di Roberta Bonetti, approfondisce il tema delle commistioni e contaminazioni di saperi e linguaggi professionali in antropologia applicata. Gli articoli raccolti nello speciale analizzano sia pratiche di lavoro finalizzate alla costruzione di forme di co-apprendimento con i partecipanti alla ricerca sul campo, sia esperienze che facilitano l’emergenza di processi trasformativi all’interno di contesti di azione allargati. Cristiana Natali riflette sulle modalità di collaborazione e il ruolo pubblico dell’antropologia e della ricerca consulenziale in ambito coreutico. Natasha Greca Meloni propone un’analisi dell’apicultura in Sardegna tra saperi condivisi e saperi in conflitto. L’articolo di Isabel Farina e’ dedicato al tema del “collaborative future making” nell’antropologia del design. Francesco Bachis si concentra sul rapporto tra tempo, spazio e lavoro in un progetto di alternanza scuola-lavoro in Sardegna.
Il numero accoglie anche l’articolo di Andrea Cornwall, “Acting anthropologically: Notes on Anthropology as Practice”, tratto dalla key-note lecture tenuta nel corso del VI Convegno della Società Italiana di Antropologia Applicata (SIAA) a Cremona, nel dicembre 2018. L’antropologa esplora un approccio che richiede pratica etnografica e consapevolezza antropologica consolidate e al tempo stesso una postura attiva che vede l’antropologa/o come agente di cambiamento. Secondo la Cornwall, agendo antropologicamente nel mondo, gli antropologi possono sviluppare il loro attivismo in modi e in contesti che vanno oltre i tipi di impegno solitamente previsti nei dibattiti contemporanei sull’antropologia “impegnata”, “attiva”, “pubblica” e “applicata”. Se ne ricava un quadro estremamente utile per chi voglia mettere in pratica l’idea di operare dentro e fuori all’Accademia.
Nella seconda parte del numero, Francesco Vietti racconta il progetto “Migrantour: Intercultural Urban Routes”, risultato vincitore al Bando 2018 della SIAA, dedicato a un progetto di antropologia applicata in Italia. Segue il report di ricerca di Giulia Nistri su antropologia e disturbo da gioco d’azzardo. Quindi la sessione riprende la panel discussion con un contributo di Chiara Pilotto su lavoro, welfare e diritti di cittadinanza nell’Europa dell’asilo. In chiusura l’intervista a cura di Selenia Marabello e Bruno Riccio a Umberto Pellecchia e la recensione del libro di Leopoldo Grosso e Angela La Gioia (a cura di), Preparati all’incertezza. Fare formazione in ambito sociale, Torino, Edizioni Gruppo Abele, 2017, pp. 176.
La rivista
La rivista Antropologia Pubblica affronta con piglio innovativo un “modo” di fare antropologia, un metodo, una scelta di oggetti di studio, caratterizzati da una propensione verso il rapporto stretto tra il sapere e il fare, tra la conoscenza antropologica e la sua possibile efficacia all’interno di azioni di cambiamento sociale, se necessario anche radicali. Tutto ciò nasce dalla convinzione che si possa – sulla base di una appropriata competenza, con fermezza, forza argomentativa e capacità di comunicazione – esercitare influenza sulle decisioni e sulle politiche che riguardano il sociale.
La rivista insomma prende sul serio i diritti, la partecipazione e le risposte del “grande pubblico” su questioni cruciali legate alla contemporaneità e vuole al tempo stesso sottolineare le obbligazioni verso gli interessi “generali” del paese, verso quelle questioni – e verso il modo di trattarle – che riguardano la totalità dei cittadini, non un gruppo ristretto e più o meno “settoriale” di ricercatori. L’aggettivo “pubblica” quindi, enfatizza un impegno verso la collettività e una selezione attenta dei temi e problemi trattati. Ma va anche detto che questo termine allude a un rilevante “allargamento” degli orizzonti e dei punti di riferimento dell’antropologia, al di fuori dello stretto – e secondo alcuni angusto – ambito esclusivo dell’Accademia.
Verso un’antropologia attuale
Nell’orientamento del gruppo promotore c’è la ferma idea che l’antropologia di oggi e di domani non debba trovarsi a disagio su temi e problemi di attualità, che può affrontare senza difficoltà – e alla cui soluzione contribuire – con i suoi metodi di ricerca prolungata e ravvicinata, anche sulla base della lunga storia (provata e riprovata) che l’ha messa in contatto con situazioni di “alterità” geografica e storico-culturale, in un rapporto di distanza solo apparente dal presente e dalle situazioni centrali della modernità tardo capitalista. Senza rinunziare alla riflessione, si vorrebbe portare in essa la forza critica, il gusto per la ricerca partecipata e l’aspirazione a dare un contributo fattuale alla costruzione di un futuro migliore. In fondo, non ci nascondiamo una tenace ambizione: quella di favorire la progressiva costituzione di un’antropologia attuale.
Proponi un contributo
Si accolgono articoli e relazioni scritti in italiano, inglese, francese o spagnolo.
- articoli (lunghi 6-8.000 parole, comprese bibliografia e note a piè di pagina) dedicati all’analisi approfondita di un tema di ricerca antropologica con applicazioni pratiche o pubbliche;
- rapporti di ricerca (3-4.000 parole) che presentano i risultati di ricerche e/o metodologie applicative mettendo in luce la loro ricaduta pubblica;
- recensioni di libri o articoli.
Gli articoli saranno valutati secondo i criteri del referaggio in doppio cieco e quindi approvati dal comitato scientifico prima della pubblicazione. Le proposte devono essere inviate alla mail antropologiapubblicaredazione@gmail.com. La rivista non chiede alcun compenso agli autori né per la presentazione degli articoli né per l’elaborazione delle pubblicazioni. Gli autori mantengono i diritti d’autore e di pubblicazione sui loro contributi.
Si consiglia di consultare la pagina “Informazioni” sul sito web della rivista e di seguire fedelmente le linee guida per gli autori.